Anni di lavoro con bambini e famiglie, anni di formazione di educatori e tirocinanti che sono passati per l'asilo nido e la scuola materna.
Prendiamo ovviamente spunto dalle parole di Loris Rosenholz per raccontare quali sono i pensieri che abbiamo condiviso e portato avanti in questa lunga strada percorsa assieme.
Nel mio asilo i miei
collaboratori ed io abbiamo imparato strada facendo ad applicare quell'accudimento
emotivo, quella pedagogia degli affetti e della relazione che è fatta prima di
tutto di ascolto e di osservazione dei bambini, punto partenza per poterli accogliere e
contenere.
Abbiamo sempre considerato compito primario di noi educatori
quello di aiutarli fin dalle prime fasi d’inserimento in quel percorso che
permetterà loro di esprimersi con la parola, il gioco e la creatività,
strumenti fondamentali di maturazione, di crescita sociale e intellettuale,
perché arrivino più sicuri alle soglie dell'età della latenza e della scuola
elementare.
Gli strumenti di cui
ci serviamo, tuttavia, non hanno origine soltanto da studi teorici o da qualità
naturali, istinto e capacità intuitive (elementi comunque importanti per gli
educatori), ma da un permanente pensiero di ciò che si fa e di come si reagisce
nei confronti dei bambini e dei loro genitori. [..]
Nel mio lavoro ho incontrato vari tipi di bambini, ma soprattutto
di genitori, alcuni con problematiche personali semplici e comuni, altri con
particolari difficoltà familiari o sociali, a volte anche estreme. Con ognuno ho dovuto trovare tempi e modi
diversi che mi consentissero di essere loro di aiuto. […]
L'unica certezza assoluta all'inizio di un lavoro educativo
è avere ben chiaro tutto ciò che NON si deve fare con i bambini:
Non usare alcun tipo di violenza.
Nessun castigo né minacce di alcun genere.
No alle seduzioni per
ottenere da loro qualcosa.
Nessun moralismo.
Nessun insulto, né inutili sgridate per cose banali.
Niente promesse, soprattutto se non siamo sicuri di poterle
mantenere.
Niente ricatti.
Nessun eccessivo
apprezzamento, se non corrisponde ad una reale comprovata qualità del bambino.
E infine dimenticare la maggior parte dei codici di comportamento
vecchi e obsoleti (come le prediche noiose, l'imposizione
di regole formali superflue).
L.Rosenholz, Il Cigno magico diaro di un educatore, MIMESIS, 2010.
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