Iniziamo con questo articolo la pubblicazione delle letture per educatori, fatte alla scuola materna "la casetta". Il ciclo delle letture aperto a tutti i lavoratori del settore, è il primo evento per celebrare i trent'anni della scuola. Questa primo scritto, tratto da Nature Culturali, è stato presentato dalla Dott.ssa Varesano. La lettura si focalizza su un punto fondamentale: gli studi sullo sviluppo dell'attaccamento cioè della nascita del legame tra il bambino e la mamma. Il tema è di interesse fondamentale per cui svolge un lavoro all'interno di strutture che si occupano di prima infanzia.
Il termine attaccamento è un termine sempre più diffuso
anche nel linguaggio quotidiano per descrivere il tipo di legame forte o debole
di una persona. Quando invece si parla di teoria dell'attaccamento ci si
riferisce a un campo specifico della ricerca scientifica avviato da John Bowlby
(1969), ampliato poi da molti dei suoi successori, che costituisce adesso un
corpus di primaria importanza per gli studiosi dell'area evolutiva.[…]. Bowlby,
psicoanalista e psichiatra, fondatore, nel 1940, del corso di formazione in
psicoterapia infantile alla Tavistock Clinic di Londra, sì rese conto di come
avesse bisogno di una nuova lente teorica per la comprensione del tipo di
bambini che incontrava nella pratica osservativa quotidiana. Alle radici della teoria
dell'attaccamento c'erano la psicoanalisi, la psichiatria, ma anche la teoria
evolutiva e l'etologia, lo studio del comportamento degli animali nel loro
ambiente di vita. L'intuizione fondamentale di Bowlby era incentrata su come la
mancanza di cure materne durante la crescita lasciasse profonde cicatrici sui
piccoli di molte specie. Le sue ricerche ricevettero un'importante influenza
dalle ricerche di Harry Harlow (Blum, 2002) che mettevano a confronto scimmie
allevate dalle proprie madri e altre cresciute in isolamento. Queste ultime
presentavano vistosi sintomi, come paura verso le altre scimmie, comportamenti
bizzarri, e incapacità di interagire o giocare. Harlow scoprì anche che i
piccoli di scimmie allevati in isolamento, dovendo scegliere tra due scimmie
artificiali, si aggrappavano a quella ricoperta di spugna morbida e ignoravano
la scimmia in metallo duro, nonostante questa tenesse mano una bottiglia di
latte; si rivolgevano a quest'ultima solo quando avevano fame, evidenziando
come il conforto materno o quello che più vi si avvicinava fosse per loro molto
più importante del cibo. Un altro ricercatore, Hinde (1970), osservò che quando
erano separati dalle proprie madri i piccoli i primati in un primo momento
protestavano, poi mostravano disperazione, e alla fine si isolavano. Questi
dati somigliavano a quelli osservati da Bowlby, che sosteneva che anche i
neonati umani sono biologicamente predisposti al necessario legame con una
figura protettiva e di attaccamento, e che l'assenza continuata di una tale
figura, durante la crescita, causa problemi nell'evoluzione psicologica[…]. Bowlby
sosteneva che le madri sono di fondamentale importanza per i bambini;
rischiando persino l'impopolarità perche si ritenne che incoraggiasse le madri
al loro ruolo di casalinghe piuttosto che a quello di lavoratrici. Ma nonostante
tutto, molte delle sue idee, hanno ampiamente resistito al vaglio del tempo e
delle critiche. Egli fu tra i primi psicologi a porre l'accento sull'importanza
dell'evoluzione, poiché capì che il bisogno di vicinanza con la madre avvertita
dai neonati umani era cambiato poco rispetto al nostro passato evolutivo di
vicinanza con altri primati. Bowlby rimase colpito nell'osservare come le
scimmie separate dalle madri si aggrappassero a esse quando le ritrovavano, e
dopo un anno dal ricongiungimento, continuassero ancora a mostrarsi più
bisognose di contatto e più paurose, e meno esplorative e curiose delle altre
di pari età. Sempre Bowlby e colleghi osservarono pattern simili negli umani.[…].
La teoria dell'attaccamento a questo punto era una sorta di teoria spaziale,
che dimostrava che più era vicina la figura di attaccamento, più il bambino era
felice e rilassato. La figura di attaccamento diventa così una base sicura alla
quale tornare quando si è angosciati, e la presenza di questa base sicura dà la
fiducia che serve per proiettarsi nel mondo ed esplorarlo. Queste prime
ricerche hanno evidenziato l'importanza della vicinanza fisica e le conseguenze
causate dalla separazione dalle figure di attaccamento, considerando l'enorme
vulnerabilità dei bambini dopo la nascita e il ruolo centrale delle prime
esperienze. Bowlby ha definito legami affettivi quei legami che si sviluppano
tra genitori e figli, si tratta di legami sociali accompagnati da un potente
coinvolgimento emotivo, che si costruiscono nel tempo e si protraggono per
tutta la vita.[…]
Nella fase successiva, la teoria dell'attaccamento ampliò la
sua portata e complessità; all'idea dell'attaccamento come spazio di contatto,
si aggiunse la consapevolezza che non tutti i genitori garantivano Io stesso
tipo di base sicura e che differenti stili genitoriali portavano i bambini ad
avere differenti modelli relazionali. Questo passaggio fondamentale venne
raggiunto grazie a un test empirico abbastanza semplice che conferì un nuovo
rigore scientifico alla teoria dell’attaccamento. Il test della Strange
Situation fu ideato da Mary Ainsworth (1978), una dei primi allievi di Bowlby,
che lavorò in situazioni molto diverse, come nell'Uganda rurale. La Ainsworth
era colpita dal fatto che intorno agli otto mesi i neonati iniziano ad aver
paura degli estranei e che si riavvicinano velocemente alla propria figura di
attaccamento quando si trovano vicini a una persona sconosciuta. L'angoscia per
l'estraneo potrebbe derivare da una paura innata dei predatori, come credeva
Bowlby, o dallo paura verso gli umani sconosciuti; in ogni caso diventò la
motivazione per un esperimento che avrebbe modificato profondamente la teoria
dell'attaccamento. Questo test, messo a punto nel 1963, consiste in una
semplice procedura che dura circa venti minuti, anche se non è altrettanto
semplice, emotivamente, per chi assiste.
• Si inizia con una madre e un bambino di circa un anno che entrano in una stanza dove ci sono alcuni giocattoli e al piccolo è permesso di esplorare liberamente.
• Si inizia con una madre e un bambino di circa un anno che entrano in una stanza dove ci sono alcuni giocattoli e al piccolo è permesso di esplorare liberamente.
• Poi, uno sconosciuto entra nella stanza e parla con la
madre; dopodiché, prova a interagire con il bambino.
• Il genitore lascia la stanza senza farsi notare, e lo
sconosciuto cerca di interagire con il bambino.
• La madre ritorna e
consola il bambino, ma poi lascia nuovamente la stanza; questa volta anche lo
sconosciuto esce dalla stanza, lasciando il bambino da solo.
• A questo punto, la mamma torna di nuovo e prova a
consolare il bambino.
L'elemento
particolarmente affascinante di questo esperimento è la variabilità delle
reazioni dei bambini: alcuni piangono, protestano e gattonano vere la porta, ma
quando la madre ritorna, si calmano rapidamente e riprendono a interessarsi a
ciò che hanno intorno; altri sembrano notare a mala pena le madri hanno
lasciato la stanza e continuano in ciò che stavano facendo; altri ancora
cercano continuamente la madre, prima e dopo le separazioni non riescono a
calmarsi. In seguito alle diverse reazioni Ainsworth raggruppo i comportamenti
rilevati in tre principali gruppi: uno di attaccamento sicuro e tre di
attaccamento insicuro ora chiamati attaccamento evitante e ambivalente. Parole
come sicuro e insicuro contengono un giudizio implicito come tali forme di
attaccamento fossero buone o cattive, e sebbene tali giudizi siano da evitare,
mi atterrò ai termini utilizzati in letteratura.[…]Gli stili di attaccamento
sono la testimonianza della capacità dei bambini, per motivi di sopravvivenza,
di adattarsi al loro ambiente e di capire come comportarsi al fine di restare
vicini alle loro figure di attaccamento.[…]
Tutti questi schemi adattivi diventano schemi di
comportamento non coscienti: i bambini interiorizzano una certa idea di
relazione, che diventa poi un modello non cosciente nella loro mente, una
rappresentazione interna di se stessi in relazione agli altri, che Bowlby
descrisse utilizzando il concetto di modello operativo interno. […]
Il successivo balzo in avanti della teoria dell'attaccamento
si è compiuto grazie all'elaborazione di uno strumento chiamato Adult
Attachment Interview (AAI), che ha ridato centralità al mondo della mente,
delle idee e delle rappresentazioni all'interno della teoria, dando avvio a una
serie di nuove ricerche. Lo strumento fu sviluppato da Mary Main (Main, Kaplan,
Cassidy, 1985) per misurare alcuni processi di pensiero degli adulti e ha
dimostrato i legami esistenti tra il loro stato mentale e l'attaccamento dei
bambini misurato con test della Strange Situation. L’AII è un’intervista
semi-strutturata che richiede circa un’ora per la somministrazione completa: l’obiettivo
è sorprendere l’inconscio rivelando caratteristiche importanti del mondo della
rappresentazioni legate all’attaccamento. L’intervista è trascritta
accuratamente e la cosa interessante è che viene analizzata in base a scale che
non misurano quanto è effettivamente accaduto nell’infanzia descritta ma
piuttosto il modo in cui si risponde a queste domande e in particolare la
logica interna, la coerenza e il grado di riflessione che emerge dalla
narrazione. Una scoperta rivoluzionaria, che ha mostrato come il modo in cui i
genitori si rappresentano e riflettono sulla propria vita influisca sullo
sviluppo dei figli.[…]
C'è ancora una sorta di gap di trasmissione nella spiegazione
esatta di come lo stato mentale dei genitori influisca sull'attaccamento del
bambino. Il concetto di mind-mindedness elaborato da Elisabeth Meins misura
quanti commenti, riferiti alla mente, i genitori fanno rivolgendosi ai figli, e
così pare si possa prevedere se un bambino svilupperà un attaccamento sicuro
(Meins, Fernyhough, Fradley, Tuckey, 2001). I genitori che mostrano capacità di
mind-mindedness tendono a concentrarsi sullo stato soggettivo dei figli, su ciò
che essi provano e pensano, e sui loro vissuti, li trattano come esseri con una
mente e dei sentimenti, invece di prestare maggiore attenzione ai bisogni
fisici o ai comportamenti esterni. La Meins ha mostrato che se il bambino è
ripetutamente esposto a riflessioni su uno stato mentale, allora diventa più
facilmente consapevole degli stati e processi mentali propri e altrui. La
capacità di capire lo stato mentale del bambino, dunque, è fondamentale. […]
La ricerca sull'attaccamento ha percorso molta strada da
quando Bowlby sviluppò una serie di strumenti la cui validità empirica continua
a trovare conferme. La teoria sottolineava inizialmente gli aspetti spaziali e
comportamentali, e l'importanza per i bambini di avere vicina una base sicura;
in seguito focalizzò non solo la vicinanza ma piuttosto la qualità della
presenza dei genitori e il diverso modo di comportarsi con i figli. Poi si è
enfatizzata sempre più la relazione tra gli stati mentali della figura di cura
e la qualità dell'attaccamento del bambino, e sono così tornati in primo piano
gli aspetti psicologici e rappresentazionali dell'attaccamento.[…] Rimangono
aperte alcune controversie riguardanti l'influenza che avrà l'attaccamento
precoce nel corso della vita o su come si trasmette esattamente l'attaccamento
dai genitori ai figli. Sappiamo però quanto la mind-mindedness e la presenza di
qualcuno che capisca i nostri sentimenti, speranze e intenzioni faccia una
grande differenza. Sono pochi i bambini che nascono in famiglie con queste
caratteristiche ma per fortuna i bambini sono sufficientemente adattabili così
da sopravvivere nei climi emotivi più diversi. Il bambino sviluppa lo stile di
attaccamento che risponde nel modo più adeguato all’ambiente in cui si trova, e
sviluppa inoltre modelli operativi interni che gli assicurano la sopravvivenza
in diverse culture emozionali. Gli stili di attaccamento non sono
immodificabili, come dirò più avanti, ma cambiano in seguito a nuove esperienze
e nuove relazioni; e questo dovrebbe dare speranza agli operatori della salute
mentale e ai genitori.
G.MUSIC, NATURE CULTURALI attaccamento e sviluppo socioculturale, emozionale, cerebrale del bambino, 2013 BORLA EDITORE.
G.MUSIC, NATURE CULTURALI attaccamento e sviluppo socioculturale, emozionale, cerebrale del bambino, 2013 BORLA EDITORE.
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